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A cura del Soroptimist International Club di Alessandria



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IL LAVORO

 

Come tutti sanno l’art. 1 della Costituzione Italiana stabilisce che «I’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro». Questa solenne affermazione evidentemente sta a significare che il lavoro determina la prosperità ed il benessere della vita della nazione ed è al centro della vita dei cittadini che devono essere messi però in condizione di lavorare, per riconfermare così ad ogni momento il loro titolo alla cittadinanza.
Il lavoro dunque non è un fatto esclusivamente privato, di cui lo Stato si disinteressa, bensì un diritto oltre che un dovere del cittadino. Ecco quindi che anche l’art. 4 della Costituzione afferma non soltanto «il diritto al lavoro», ma anche l’obbligo per la Repubblica di «promuovere le condizioni che rendono effettivo questo diritto». A nessuno può sfuggire l’importanza di questo impegno che poche altre Costituzioni assumono nei confronti dei cittadini.
Inoltre anche l’art. 3 della Carta Costituzionale è interessante da questo punto di vista in quanto si occupa sì dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, ma non già di una generica uguaglianza, basata sull’astratta parità di diritti. Infatti presuppone una effettiva uguaglianza che porti al superamento delle iniziali differenze di posizione economica. Ecco perché l’art. 3 sancisce appunto: «È compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscano il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese»
Purtroppo i principi illuminati enunciati dai padri costituenti settant’anni fa hanno trovato non poche difficoltà applicative, con particolare riferimento specificatamente all’ultimo decennio, e ciò a causa della grave crisi economica che ha colpito il nostro Paese.
Sicuramente le donne sono state più penalizzate in ambito lavorativo non solo dal punto di vista occupazionale, ma anche e soprattutto in ambito reddituale.
Ancora oggi si può tranquillamente affermare che le donne hanno maggiori difficoltà di trovare lavoro e, a parità di occupazione, guadagnano molto meno degli uomini.

 

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